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L’espansione delle basi militari in Afghanistan

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Asia Times Online, di Nick Turse, 6 Settembre, 2012

[Traduzione in sintesi a cura del CISDA]

Il conteggio ufficiale delle basi militari ISAF in Afghanistan, considerando tutte le installazioni militari straniere di ogni tipo, tra cui logistica, amministrazione e strutture di supporto raggiunge l’enorme numero di 1.500 siti.
 
Al culmine dell’occupazione americana dell’Iraq, gli Stati Uniti contavano 505 basi nel Paese, che vanno da piccoli avamposti a mega basi aeree. Stime stampa dell’epoca ne citavano solo 300. Solo quando le truppe Usa si prepararono a lasciare il paese emerse il reale – sorprendentemente alto – numero di basi riferito. Oggi che gli Stati Uniti si preparano per il ritiro dall’Afghanistan, il vero numero di basi americane e della coalizione in quel paese è altrettanto oscuro, con le fonti ufficiali che offrono cifre contrastanti e imprecise.

Nonostante da anni si parli del ritiro americano, vi è infatti stato un lungo periodo di boom edilizio durante il quale il numero di basi è stato costantemente ampliato. All’inizio del 2010, l’ISAF ha dichiarato di avere quasi 400 basi afghane. All’inizio di quest’anno, il numero era salito a 450. Oggi, un portavoce militare ne dichiara circa 550. E questo potrebbe essere solo la punta di un iceberg.
Quando si aggiungono al conteggio delle mega-basi quelle di piccole dimensioni utilizzate per proteggere strade e villaggi, gli avamposti di combattimento, e le basi di pattugliamento, il numero passa a 750. Conteggiando tutte le installazioni militari straniere di ogni tipo, tra cui logistica, amministrativa e strutture di supporto, il conteggio ufficiale offerto dal Comando ISAF raggiunge un numero enorme di 1.500 siti. Differenti metodi di conteggio probabilmente spiegano almeno una parte di questa crescita fenomenale nel corso di quest’anno. Tuttavia, i nuovi dati suggeriscono una conclusione che dovrebbe spaventare: le basi afghane presidiate superano di gran lunga le 505 basi americane in Iraq, al culmine di quella guerra.

La continua espansione delle basi
Mentre alcune basi USA sono in fase di chiusura o di trasferimento al governo afghano, e si parla di operazioni di combattimento in fase di rallentamento, così come di un piano per il ritiro delle forze da combattimento americane, l’esercito statunitense si sta ancora preparando per lo sviluppo di mega basi come quelle di Kandahar e Bagram, con una gigantesca base aerea a circa 40 miglia a nord di Kabul. “Bagram sarà soggetta a modifiche significative nel corso dei prossimi uno o due anni,” dichiara il tenente colonnello Daniel Gerdes della US Army Corps of Engineers di Bagram, chiamato Freedom Builder. “Siamo in una fase di transizione nei progetti per la base … a lungo termine, di cinque anni, 10 anni.”

 

Secondo i contratti pubblicati all’inizio di quest’anno ed esaminati da Tomdispatch, vi sono piani in corso per la realizzazione di un Centro nell’area di Kandahar per le operazioni congiunte delle Forze Operative Speciali. L’impianto di 3.000 metri quadrati – che includerà gli uffici per i comandanti, sale conferenze, zone di addestramento, e una sala comunicazioni  – servirà da hub per le future missioni speciali nell’Afghanistan meridionale e occidentale dell’Afghanistan, presumibilmente dopo che l’ultima “truppa da combattimento USA” abbia lasciato il paese alla fine del 2014.

Finora nel 2012, non meno di otto contratti sono stati assegnati per la realizzazione di strutture che vanno da un centro di comando e controllo e di una sala da pranzo in caserma e un centro di detenzione sia a Kandahar che a Bagram. Solo uno di questi contratti include sette distinti progetti per base delle forze aree a Bagram che saranno completati nel 2013, compresa la costruzione di un impianto di nuova sede, una sala di controllo, e una struttura di manutenzione per gli aerei da combattimento.

Miglioramenti ed espansioni sono previste anche per le altre basi. I documenti esaminati dalla fonte giornalistica Tomdispatch fanno luce su un progetto da 10 a 25 milioni dollari per la costruzione di Camp Marmal vicino a Mazar-e-Sharif, nella provincia di Balkh ai confini con Uzbekistan e Tagikistan. Designato come un polo logistico per il nord del paese, la base vedrà una significativa espansione della propria infrastruttura tra cui un aumento della capacità di stoccaggio del combustibile, nuove strade, un aggiornato sistema di distribuzione dell’acqua, e quasi 150 acri di spazio per stivare attrezzature e altre merci. Secondo David Lakin, un portavoce delle Forse Usa in Afghanistan, un contratto di lavoro sulla base sarà assegnato entro la fine dell’anno, con una data di completamento prevista nell’estate del 2013.

Nick Turse è l’editor associato di TomDispatch.com e ricercatore presso l’Istituto Nazione. È un premiato giornalista; il suo lavoro è apparso sul Los Angeles Times, The Nation, e pubblica regolarmente su Tomdispatch.

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