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COME OBAMA HA SEGUITO LA POLITICA DELLA “GUERRA AL TERRORE” DI GEORGE W. BUSH

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Stopwar.org.uk

11.9.2012 – di Glenn Greenwald – The Guardian

obama camp delta 400 300x190C’è una differenza rilevante tra la politica di Bush e quella di Obama: mentre Bush preferiva incarcerare le persone senza processo o procedimenti giudiziari, Obama le uccide.

Secondo le voci ufficiali, sabato scorso un detenuto di Guantanamo è stato trovato morto nella sua cella. E’ le nona persona che muore in quel campo di detenzione da quando è stato aperto, più di dieci anni fa. La ex guardia Brandon Neely ha evidenziato che il numero dei detenuti morti presso il campo (nove) è addirittura più elevato di quelli giudicati colpevoli dalla commissione militare (sei). Questo è il quarto detenuto morto a Guantanamo durante l’amministrazione Obama.

Benché l’identità del detenuto non sia stata rivelata, un portavoce del campo ha affermato che “non era stato dichiarato colpevole”.

In altre parole, il governo USA lo ha tenuto rinchiuso per molti anni senza alcuna possibilità di contestare le accuse che gli erano state fatte e senza nessuna speranza di poter lasciare il campo se non con la morte. Infatti, sembra che per molti detenuti la morte sia l’unico modo per andarsene dal campo. L’ultima persona a morire fu il quarantottenne cittadino afghano Awal Gul, che venne a mancare nel febbraio 2011 per un apparente attacco cardiaco.

Gul, padre di 18 figli, era accusato dagli USA di essere un comandante talebano, accusa che ha sempre rifiutato con veemenza poiché, come affermato dal suo avvocato “era disgustato dalla crescente propensione dei Talebani verso gli abusi e la corruzione”. Tuttavia, la politica di detenzione per un periodo indefinito senza processo, ancora in vigore a Guantanamo, fece sì che il caso di Gul non fu mai risolto. Egli morì dopo più di nove anni di detenzione – a migliaia di chilometri dalla sua famiglia, in mezzo all’oceano – nonostante non fosse mai stato condannato.

Il livello più alto della gerarchia infernale è relegare in una gabbia qualcuno senza accuse particolari anno dopo anno, fino alla morte. Di conseguenza, quest’ultimo avvenimento non evidenzia solo il travestimento della politica statunitense della guerra al terrore, ma anche la disonestà del tentativo di esonerare Obama da questa politica.

 

Ciò che ha sempre identificato e identifica tuttora Guantanamo come un’aggressione e una violazione degli elementi basilari della giustizia non è certo la sua collocazione nel mar dei Caraibi, ma il suo sistema di detenzione illimitata: esseri umani imprigionati per un tempo indefinito, a volte per tutta la vita, senza l’obbligo di verificare se siano colpevoli o meno. Nonostante le autoritarie affermazioni sul fatto che i detenuti di Guantanamo siano sicuramente terroristi e colpevoli perché dichiarato dal governo degli Stati Uniti, punire la gente senza prove né processi è una vera tirannia.

US military personnel at 010 300x180Soldati statunitensi a Guantanamo

I difensori di Obama sottolineano che il presidente ha cercato di mantenere la sua promessa di “chiudere Guantanamo”, ma è stato contrastato da entrambe le fazioni del Congresso. Tuttavia, questa motivazione non regge più.

L’intenzione di Obama, infatti, non era quella di “chiudere Guantanamo”, ma semplicemente di ricollocarlo a poche migliaia di chilometri a nord sul suolo statunitense, preservando comunque il suo sistema di detenzione indefinita. E’ per questo che molti gruppi impegnati nella lotta per la libertà civile hanno severamente denunciato il piano di Obama, definendolo “Nord Guantanamo”. Infatti, come dichiara da questi gruppi, ben prima che il Congresso si opponesse alla proposta di Obama “l’amministrazione stava pianificando la continuazione di questa politica di detenzione indefinita senza prove né processi per alcuni detenuti, prevedendo solo un cambio di collocazione”.

Come avevo già documentato molti mesi fa, il sistema di detenzione indefinita sarebbe rimasto invariato nel piano di Obama. Per dirla in altri termini, anche se il Congresso avesse concesso ad Obama tutto ciò che voleva, il sistema che sta tuttora provocando la morte di molti detenuti, in quanto unica possibilità di fuga, sarebbe rimasto invariato. La scusa che Obama “ha cercato di chiudere il campo, ma il Congresso non glielo ha permesso” è solo una tattica dei Democratici per giustificare il loro totale silenzio verso una pesante ingiustizia, che prima fingevano di trovare così spregevole

Tuttavia, esiste una differenza rilevante tra la politica di Bush e quella di Obama: mentre Bush preferiva incarcerare le persone senza processo o procedimenti giudiziari, Obama le uccide.

Il precedente direttore della CIA e della NSA (National Security Agency) dell’amministrazione Bush, Generale Michael Hayden, ha tenuto una conferenza questa settimana all’università del Michigan lodando – ancora una volta – Obama per aver continuato lo stesso approccio al terrorismo dei suoi predecessori Bush e Cheney. Ecco alcuni brani del suo discorso:

“Il presidente Barack Obama ha seguito fedelmente la politica del suo predecessore, il presidente Bush, in merito alle tattiche usate per la ‘guerra al terrore’: la sua interpretazione, le uccisioni mirate, i segreti di stato, la prigione di Guantanamo per le spie.

Nonostante le frequenti controversie a livello politico, l’America e gli Americani hanno trovato un punto di incontro su ciò che vogliono che il loro governo faccia e su ciò che accettano dal loro governo. Ed è proprio questo pratico consenso che ha rafforzato una potente continuità tra due presidenti così diversi come George W. Bush e Barack Obama. Infatti, la guerra è continuata e anche le uccisioni mirate. Se osservate le statistiche, queste ultime sono aumentate durante l’amministrazione Obama. Certo, esiste un percorso diversificato fra i due presidenti: infatti, nel 2009 Obama ha chiuso i cosiddetti ‘luoghi neri’ della CIA e ha vietato le torture ai detenuti. Tuttavia, invece di catturare coloro che vengono definiti ‘combattenti nemici’, il presidente Obama li uccide. Catturare qualcuno è diventato così politicamente pericoloso e difficile dal punto di vista legale che non lo facciamo più. Ora preferiamo un’altra strada: uccidiamo i nemici. Personalmente, dal punto di vista morale non mi oppongo”. Questo è quanto dichiarato da Hayden all’Università del Michigan.

L’ipocrisia con cui i sostenitori democratici hanno cercato di difendere il loro leader è straordinaria. Hanno passato anni accusando di assassinio Bush e Cheney perché spiavano e imprigionavano la gente, inclusi gli Americani, senza alcun percorso giudiziario, definendo tutto ciò “distruzione della costituzione, attacco ai valori, rovina della nazione”.

Ora che il loro leader utilizza il potere non solo per la detenzione ma anche per uccisioni mirate senza processo, non hanno altro da dire se non esprimere la loro approvazione e la loro ammirazione per la sua “severità”.

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