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Manifestazione del SAAJS per i diritti umani

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saajs 11 150x150In occasione della Giornata internazionale per i diritti umani (10 dicembre), il SAAJS (Social Association of Afghan Justice Seekers, Associazione afgana per la giustizia) ha guidato a Kabul una manifestazione pubblica per chiedere giustizia per le vittime dei crimini contro l’umanità perpetrati in Afghanistan negli ultimi trent’anni.

La manifestazione è stata organizzata dal SAAJS insieme al Transitional Justice Coordination Group (Gruppo di coordinamento per la giustizia transizionale) e ad altre associazioni di vittime. La rete televisiva afgana Tolo TV ha documentato l’evento (vedi il servizio).

Il SAAJS ha inoltre diffuso il seguente comunicato:

LA PACE SENZA GIUSTIZIA È INUTILE!

Oppressi compatrioti,

l’Associazione sociale degli afgani che vogliono giustizia (SAAJS, Social Association of Afghan Justice Seekers) organizza la manifestazione odierna per celebrare la Giornata internazionale per i diritti umani in Afghanistan, un paese dove ancora oggi siamo testimoni di violazioni dei diritti umani su larga scala; dove la violenza contro le donne continua nelle sue forme più disastrose; dove i bambini e le donne vivono nel costante rischio di subire violenze, come essere rapite e stuprate; dove la corruzione dell’ammistrazione pubblica, responsabile di conseguenze nefaste nella gestione della giustizia per i comuni cittadini, ha raggiunto livelli mai visti prima; dove, nonostante il flusso di miliardi di dollari di aiuti internazionali, la povertà e la disoccupazione continuano a schiacciare la gente; dove la coltivazione estensiva e la produzione di oppio non solo è il più grosso ostacolo per la sicurezza, ma sta trasformando la società in un narcostato.

 

Ogni giorno centinaia di afgani innocenti perdono ancora la vita in attentati suicidi perpetrati dai fascisti religiosi talebani e dagli uomini di Gulbuddin e nei bombardamenti delle forze di attacco NATO; e ogni giorno i nemici giurati del nostro popolo sofferente infliggono catastrofi sempre peggiori alla nostra nazione.

Gli assassini della nostra gente sono seduti sul trono del potere, grazie al largo sostegno  che ricevono dai loro finanziatori stranieri, e aumentano le loro risorse e il loro potere con il sangue del nostro popolo.

Gli USA e la NATO, che hanno occupato la nostra casa madrepatria sbandierando i falsi vessilli dei “diritti umani”, della “democrazia”, dei “diritti delle donne” e della “guerra al terrorismo”, non solo non hanno mantenuto le loro promesse, ma hanno messo al potere assassini di professione, gettando nello sconforto i famigliari delle vittime assassinate e commettendo così il peggior tradimento della giustizia, dei diritti umani e della democrazia.

La maggior parte degli uomini con responsabilità politiche nel marcio governo di Karzai è implicata in crimini di guerra. Questi uomini non solo non sono stati disarmati e sottoposti a processo, ma sono addirittura stati messi nelle posizioni più alte, per saccheggiare la nostra nazione già distrutta. Sono questi uomini che hanno fatto passare una legge di “amnistia” per tutti e si sono perdonati tra loro i crimini commessi facendo finta di rappresentare la gente dell’Afghansitan, al fine di riuscire a non rendere conto delle loro azioni criminose. E oggi entusiasticamente stanno vendendo l’Afghanistan ai loro guardiani statunitensi, in modo da potere poi vivere le loro vite vergognose al riparo sotto l’ombrello dei loro padroni, terrorizzati dalla possibilità di finire male come è successo per Saddam Hussein, Gheddafi e altri dittatori.

La nostra gente ha perso fiducia nella cosiddetta commissione di pace del governo, che non fa altro che buttar via soldi e illudere la nostra gente creando false speranze. E questa commissione ha ora incluso due terroristi e criminali, il Mullah Omar e Gulbuddin Hekmatijar, nel circolo dei saccheggiatori, stringendo il cappio attorno al collo della nostra gente.

La nostra nazione è la principale vittima degli oltre trent’anni di distruzioni. Negli ultimi anni, la gente si aspettava di riuscire a vedere un giusto processo e una punizione per i crimini commessi contro famigliari e parenti, uccisi negli anni passati, così che le ferite potessero essere curate e i dolori fossero un poco alleviati; e si aspettava rassicurazioni che simili crimini e atrocità non succedessero più in futuro. Invece ha dovuto sperimentare che non ci si deve aspettare giustizia in un paese nella morsa di bestie feroci, sia al suo interno sia dall’esterno, e che è ostaggio di un manipolo di canaglie; ma che si deve lottare per la giustizia con le sole proprie forze.

La nostra gente può essere abbastanza forte da riuscire a punire questi criminali, se riesce a fare fronte unito contro di loro al di là dei pregiudizi tribali, religiosi, linguistici e regionali. Solo in questo modo si può schiacciare nella polvere il muso dei potenti. Questa grande verità ha avuto una riprova recente con le sollevazioni popolari negli USA, in Europa e nelle rivolte eroiche del mondo arabo.

Oggi noi, famigliari delle vittime, ci siamo ritrovati in questa manifestazione per chiedere null’altro che giustizia. Vogliamo che i criminali, che hanno le mani insanguinate del sangue della nostra gente e ora ricoprono posizioni di potere, siano portati in un tribunale. Ci siamo fatti avanti così che il nostro grido per la giustizia, insieme a quello della fiera gente dell’Afghanistan, possa trasformarsi in un clamore, un clamore che sradicherà dalle fondamenta ogni tipo di tirannia e dispotismo.

In solidarietà con la nostra nazione sofferente, ancora una volta noi promettiamo che non dimenticheremo il sangue dei nostri martiri e non permetteremo mai a nessuno di fare il gioco sporco con il sangue dei nostri cari uccisi.

Ancora una volta noi avanziamo le nostre richieste fondamentali:

  1. Chiediamo l’immediata rimozione dai loro posti di potere di tutti i criminali dei tempi del regime [filosovietico] dei Khaliq e dei Parcham, del periodo delle fazioni fasciste degli Jehadi, dell’era del terrore selvaggio dei talebani, e del periodo successivo fino ad oggi.
  2. Vogliamo che tutti i colpevoli di crimini di guerra di tutti i periodi suddetti vengano processati in un  tribunale, competente e imparziale, sia nazionale sia internazionale.
  3. Vogliamo che si investighi per trovare le fosse comuni e per identificare coloro che hanno commesso quei massacri.
  4. Vogliamo che siano rese note tutte le fosse comuni di tutti i periodi storici sopra citati.
  5. Condanniamo fortemente l’uso di intitolare con i nomi di criminali edifici e vie e vediamo questo come un insulto e un’infamia commessa verso il sangue dei nostri martiri innocenti.
  6. Chiediamo che venga fatto un memoriale in ricordo dei nostri cari che sono scomparsi e che sia istituito un luogo dove i corpi delle fosse comuni possano trovare dignitosa e rispettosa sepoltura.
  7. Chiediamo ai nostri compatrioti di tutto l’Afghanistan che hanno perso figli, fratelli e sorelle, parenti o cari negli ultimi trent’anni di contattarci e di raccontarci degli assassinii e delle scomparse che li hanno colpiti e di unirsi alla nostra lotta per la consegna alla giustizia di tutti coloro che hanno perpetrato le atrocità degli ultimi trent’anni.
Social Association of Afghan Justice Seekers (SAAJS) – 10 dicembre 2011
Contact No.: +93 (0)707 80 35 60   – Email: saajs@saajs.org and victims.families@gmail.com
 
Web log: saajs.blogsky.com    Website: www.saajs.org
Postal Address: P.O.Box No. 980, Central Post Office, Kabul, Afghanistan.

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