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Discorso a sostegno delle case per donne maltrattate in Afghanistan in occasione dell’incontro delle organizzazioni coinvolte organizzato da AIHRC, 21 febbraio 2011

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Prima di tutto vorremmo ringraziare la Commissione Afghana Indipendente per i diritti umani per aver organizzato questo incontro fra il governo, la comunità internazionale e la società civile afghana.

Come sapete, l’incontro di oggi è stato organizzato in seguito alle contraddittorie dichiarazioni del governo afghano riguardo al controllo del lavoro delle case per donne maltrattate, alle organizzazioni femminili e in sostanza alla libertà delle organizzazioni della società civile in generale.

Le ultime dichiarazioni della ministra afghana per gli affari femminili e del Presidente, intenzionalmente o meno, sono una minaccia nei confronti delle organizzazioni della società civile che hanno assunto rischi enormi nella conduzione delle case per donne maltrattate e nell’aiuto alle donne afghane indigenti.

Ci sono voluti più di 30 anni della nostra storia recente, compreso il drammatico regime dei talebani, perché i cittadini avessero fiducia in noi; ci siamo fatti strada socialmente e politicamente in una società patriarcale. Il Governo afghano si è basato su rapporti infondati prodotti da mezzi di comunicazione irresponsabili che hanno travisato il lavoro dei gruppi femminili e li hanno usati per vanificare i nostri sforzi e la nostra etica.

A causa della decisione del governo il lavoro portato avanti nelle case per donne maltrattate subirà perdite incommensurabili. Inoltre, invece di apprezzare il lavoro di donne che si assumono grossi rischi per proteggere altre donne, le si accusa di sperperare milioni di dollari. E tutto questo accade quando sappiamo che nella maggior parte delle case per donne maltrattate si continua a lavorare, nonostante non sia arrivato alcun finanziamento esterno per quasi otto mesi.

 

Chiediamo al governo afghano:
– di migliorare il canale di comunicazione con noi della società civile afghana prima che noi facciamo sentire le nostre voci a livello internazionale, attraverso conferenze e dichiarazioni;
– di essere più comprensivo e sensibile nei confronti del lavoro sociale portato avanti dalle donne, in particolare quelle che operano nelle case per donne maltrattate;
– di risarcire coloro che lavorano nelle case per donne maltrattate per gli attacchi subiti e perseguire legalmente gli autori delle accuse;
– che non ratifichi leggi o regolamenti che limitano le attività sociali delle donne e, piuttosto, emani leggi che ne migliorino la vita. Chiediamo urgentemente che questa legge sulle case per donne maltrattate venga rivista attraverso una consultazione con la società civile e tenendo conto dei rischi che corrono le donne ospiti delle case;
– che le donne residenti nelle case che hanno subito un danno a causa della decisione del governo vengano messe sotto protezione.

Chiediamo alle Ambasciate e Comunità Internazionali:
– di fornire un aiuto immediato alle donne ospiti delle case le cui vite sono in pericolo a causa delle recenti controversie, trasferendole in luoghi sicuri;
– di fornire sostegno finanziario alle donne afgane attraverso le organizzazioni femminili e velocizzare le burocrazie di finanziamento, in special modo per le case per donne maltrattate; 
– di non affidarsi a mezzi di comunicazione che lavorano per cancellare i diritti delle donne, sospendendo ogni forma di sostegno nei loro confronti;
– di devolvere il loro sostegno finanziario e politico alla causa dei diritti delle donne soprattutto nel processo di pace, di riconciliazione e reintegrazione.

Selay – direttrice di Hawca

 

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