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Afghanistan 10 anni dopo, le promesse mancate di Stati Uniti e alleati

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Agenzia Radicale 06/10/2011 – Simona Martini
A 10 anni dall’inizio della guerra in Afghanistan, Stati Uniti ed alleati non hanno mantenuto molte delle promesse fatte alla popolazione. Questa la denuncia di Amnesty International e di Sam Zarifi, direttore per l’Asia e il Pacifico, secondo il quale “i passi avanti verso il rispetto dei diritti umani sono stati pregiudicati dalla corruzione, dalla cattiva gestione e dagli attacchi degli insorti, i quali mostrano un disprezzo sistematico per i diritti umani e le leggi”.

Nonostante miglioramenti nella riduzione delle discriminazioni nei confronti delle donne e dell’accesso all’istruzione e alle cure mediche – in una situazione di partenza in cui però difficilmente si poteva immaginare una situazione peggiore – al contrario, nei settori della giustizia, delle operazioni di polizia, della sicurezza la situazione è rimasta invariata e in alcuni casi è persino deteriorata. Peggiorate anche le condizioni di vita della popolazione che vive nelle zone maggiormente colpite dalle azioni degli insorti.

La violenza contro i giornalisti e gli operatori dell’informazione è aumentata e nelle aree controllate dai talebani le libertà di parola e di opinione sono fortemente limitate. L’accesso all’istruzione è costantemente messo sotto attacco: nei nove mesi che hanno preceduto il dicembre 2010, almeno 74 scuole (26 femminili, 13 maschili e 35 miste) sono state distrutte o chiuse a causa degli attentati, incendi e minacce degli insorti.

Inoltre, all’inizio del 2010 il governo afgano ha avviato un processo di riconciliazione coi talebani e con altri gruppi di insorti ma si teme che i modesti risultati ottenuti nel miglioramento della condizione femminile possano essere barattati in cambio di un cessate il fuoco.

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