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Afghanistan, la proposta dei talebani: Commissione con Onu su vittime civili

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Repubblica – 16/08/2010

L’iniziativa lanciata dai miliziani: inchiesta congiusta con le organizzazioni internazionali. Ieri nel Nord del paese lapidata una coppia di amanti, accusati di adulterio.

KABUL – Una commissione congiunta con le organizzazioni internazionali per condurre un’inchiesta sulle perdite civili in Afghanistan. E’ la proposta lanciata dai talebani, dopo che l’Onu in un rapporto diffuso qualche giorno fa, aveva accusato i miliziani di essere responsabili del 75% delle vittime tra la popolazione: 1200 in totale, dall’inizio dell’anno. L’iniziativa dei talebani arriva, però, dopo l’ennesimo episodio di violenza: la lapidazione nella provincia di Kunduz, nel nord del paese, di una coppia di amanti. I due sono stati condannati a morte perché “avevano una relazione” e giustiziati da una folla di circa cento persone.

Commissione d’inchiesta. Dopo essere stati accusati dall’Onu di essere responsabili del 75% delle vittime civili in Afghanistan, i talebani hanno reagito dichiarandosi disponibili a collaborare con le forze internazionali (Nato), l’Onu e le organizzazioni per i diritti umani ad aprire un’inchiesta.

Il comando dei miliziani ha proposto la formazione di una “commissione, composta dai rappresentanti speciali della conferenza islamica e delle agenzie dell’Onu per i diritti dell’uomo, e dai rappresentanti delle forze della Nato e dell’Emirato islamico d’Afghanistan”, (come si autodefiniscono gli studenti coranici). La commissione avrebbe il compito di “condurre delle inchieste sulle perditi civili nel paese” e avrebbe accesso anche alle zone controllate dai talebani.

L’ong afgana di difesa dei diritti dell’uomo, Afghanistan Rights Monitor (Arm), ha lodato l’iniziativa, invitando governo afgano e nazioni unite ad accettare la proposta, chiedendo però ai talebani di “fornire reali garanzie per la sicurezza dei membri della commissione”.

 

In un rapporto pubblicato martedì scorso l’Onu ha denunciato la morte di più di 1.200 civili nel primo semestre del 2010, con un aumento del 25% rispetto allo stesso periodo del 2009. Secondo le Nazioni Unite, i talebani sono responsabili di tre quarti delle azioni che causano vittime tra la popolazione.

L’apertura di Petraeus. La proposta degli studenti coranici arriva dopo la frenata del generale David Petraeus sul ritiro delle truppe americane 1, fissato per luglio 2011. Il comandante in capo dell’Isaf e delle truppe Usa ha aperto a sorpresa a negoziati anche con i talebani che hanno “sulle mani il sangue” delle truppe americane: “C’è la forte possibilità di reintegrare talebani a diversi livelli”, ha detto Petraeus all’Nbc, “una cosa che potrà essere definita riconciliazione”.

Questa è parte della nuova strategia, che “stiamo per adottare” ha spiegato il generale, in una serie di interviste con cui ha lanciato un’offensiva mediatico-diplomatica per convincere l’opinione pubblica – e quindi il presidente – che la scelta di ritirarsi dal Paese “dipende dalle condizoni sul terreno”.

Lapidati perché amanti. Condannati a morte e lapidati perché amanti. Una donna di 23 anni, già fidanzata, e un uomo, di 28, sposato, sono stati colpiti a morte “perchè avevano una relazione”, ha detto Mohammad Ayob, governatore del distretto di Imam Sahib, nella provincia di Kunduz. I due giovani avevano lasciato il loro villaggio, e sono stati arrestati al loro ritorno. L’episodio è stato confermato da testimoni e da un capo dei miliziani.

È successo ieri, ha spiegato Ayob, nel villaggio di Mullah Quli, sotto il controllo dei ribelli. Circa cento persone, la maggior parte talebani, si sono radunate per ascoltare la sentenza di condanna e per assistere alla lapidazione della coppia. Nella sentenza si spiegava che i due avevano confessato di essere amanti. La coppia è stata portata davanti alla folla, e in piedi, con le mani legate, uno accanto all’altra, sono stati giustiziati. “La folla ha scagliato contro di loro pietre fino a ucciderli”, ha detto Abdul Satar, un testimone che ha assistito all’esecuzione.
 
Nelle zone controllate dagli insorti, la giustizia è amministrata da giudici talebani e non dal governo di Kabul, secondo una interpretazione integralista della legge islamica. Le relazioni sessuali prima del matrimonio sono ad esempio punite con centinaia di frustate, mentre per l’adulterio è prevista la condanna a morte.

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