Voci da Kabul – La senatrice Bilquis Rochan: “Le donne non sono libere di scegliere la propria vita”
Voci da Kabul: LA SENATRICE BILQUIS ROCHAN
«Le donne non sono libere di scegliere la propria vita»
Di Graziella Mascheroni – CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane) Milano – DI RITORNO DA KABUL
Il Manifesto – 10 Novembre 2012
«Dilagano insicurezza, violenza, povertà, corruzione. L’impunità è totale. Ma gli stranieri sostengono questi famigerati personaggi».
Bilquis Rochan, senatrice eletta nella provincia di Farah, nell’Afghanistan occidentale, è una coraggiosa giovane donna che studia legge all’Università (è al terzo anno), perché, ci dice, vuole diventare una brava magistrata per le donne.
«Sono stata eletta a Farah con il voto delle donne ma anche di uomini che non sono contrari a essere rappresentati da una donna. Ma col governo attuale, che considera la donna cittadina di secondo livello, il messaggio che arriva agli afghani, soprattutto nelle regioni più conservative e arretrate, è che la donna è inferiore. Non ho potuto fare tutto ciò che ho promesso, ma ho sempre portato davanti a tutti, dal presidente ai ministri, le richieste e proteste della mia gente. Non lascio che la mia voce sia zittita perché voglio comunicare ciò che mi viene riferito e richiesto.
A Farah la situazione è peggiorata: povertà, sicurezza, violenza contro le donne. I due problemi principali sono la sicurezza e le infrastrutture. Farah non ha elettricità: dipendiamo dai generatori e quindi la poca energia che abbiamo è molto costosa, circa 70 afghani per kilowatt (circa un euro, ndr), mentre Herat e Nimroz prendono energia dall’Iran a basso costo. Ci era stata promessa una centrale elettrica, ma la costruzione viene sempre rimandata. Gli stranieri presenti ormai sono malvisti da una popolazione che dopo tante promesse non ha visto alcun aiuto concreto.
Quanto alla sicurezza, la situazione è sempre più pesante. Pensa: la strada tra Herat e Farah è diventata così pericolosa che quando mi sposto vado coperta col burqa e non avviso né il parlamento né i miei a Farah. L’autista non sa chi sta trasportando. Negli ultimi mesi ci sono stati molti attentati. La violenza sulle donne è terribile. Alcuni dati sulla mia provincia: nei primi 8 mesi del 2012 ci sono stati 70 casi di stupro, 17 donne uccise, alcune fuggite, 2 accusate di zina (rapporti fuori dal matrimonio). Nessuno dei violentatori è stato arrestato. Posso citarvi qualche storia: come quella di Shuqufa: 17 anni, rapita, violentata da 2 uomini e uccisa. I violentatori sono stati catturati e finiti in prigione ma ne usciranno.
Oppure Soraya, studentessa: si dice che si sia suicidata invece è stata violentata e bruciata. Jamila: 20 anni, seconda moglie di un uomo che la picchiava di continuo: scappata con la figlia maggiore della prima moglie, è stata presa e riportata dal marito, che l’ha uccisa, mentre non si sa più nulla della figlia. Fatima, 16 anni, era innamorata di un ragazzo: si sono buttati insieme da una torre, perché lei era stata promessa in sposa a un altro. Una storia terribile è quella di Tufah, forse 14 anni, data in sposa a un tossicodipendente: ha ucciso il marito e ora è in carcere.
Le donne non hanno la possibilità di scegliere la propria vita, la dote va al padre a differenza dell’Iran dove la dote resta alla sposa. Si dice che le donne sono libere di andare a scuola, di uscire, di lavorare. Ma si è mai vista la moglie di Karzai e di altri ministri lavorare? Questo significa che il messaggio è chiaro, il ruolo della donna è a casa.
Del resto, la situazione è molto simile in tutto il paese, inclusa Herat. Vedete, c’è stato un doppio tradimento: verso il popolo afghano e verso i paesi stranieri che hanno inviato i loro giovani a combattere. Gli stranieri sono venuti per eliminare l’oscurantismo, ma non è stato così. La corruzione dilaga a tutti i livelli, presidente, ministri, presidenti di provincia e distretti. Le persone comuni si allontanano sempre più dal parlamento perché anche se protestano non avviene nulla. L’impunità è totale. Il fatto è che gli stranieri appoggiano in toto questi famigerati personaggi. Così i più perdono la speranza e alcuni giovani si uniscono agli insorti.
Il governo predilige chiaramente alcune provincie e ne abbandona altre. Le provincie sono tanto più considerate quanto più potere hanno in parlamento coloro che le difendono, e a seconda di quanti warlords vengono dalla provincia stessa. Il problema in parlamento è la presenza in numero e forza dei warlords, i “signori della guerra”. Quando si parla di sviluppo fanno ostruzionismo a tutto. Se dici la verità ti marchiano: dicono che sei contro la repubblica, l’islam e coloro che hanno lottato.
A questo punto se ne vadano gli stranieri: almeno i warlords verranno allo scoperto. Vedete, è come se l’Afghanistan fosse un paese schizofrenico. Lo dimostrano i vari accordi presi: quello tra Karzai e Obama per mantenere le basi militari Usa fino al 2024, quello con i Taleban, nonostante abbiano ucciso molti civili. Ma nel parlamento, che ha votato a favore, nessuno si chiede cosa vorranno gli Usa in cambio? L’Italia ha firmato un accordo per l’addestramento delle forze militari afghane a Herat: cosa vuole l’Italia in cambio? L’addestramento militare verrà da 8 paesi diversi, come farà l’esercito nazionale a raccordarsi? Questo è un esempio di come si tratta in parlamento, probabilmente il tutto dipende da quanti soldi entrano. Un giorno, in seguito a un accordo preso con Italia e Inghilterra, ho chiesto che cosa questi due paesi volessero dall’Afghanistan e un parlamentare mi ha risposto: “ma che cosa è l’Afghanistan?” La mia risposta è stata: “Un territorio con terra e acqua”».
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