Protesta in Barcellona contro il governo afgano
Un gruppo di attivisti afghani e di Barcellona, appoggiati dal Collettivo Aturem la Guerra, hanno protestato ieri per la presenza dell’ambasciatore Afgano in Spagna.
L’ambasciatore Massud Khalili è stato invitato a partecipare ad un atto organizzato dalla Associazione Pro Diritti Umani dell’Afghanistan (ASDHA). L’anno scorso, ASDHA ha invitato nelle sue conferenze, rappresentanti della NATO e dell governo USA.
Tre attivisti afghani hanno mostrato uno striscione con le scrite “ Massul Khalili, persona non grata, la narcomafia non è gradita in Barcellona”
Una di queste attiviste (la quale ha perso marito e figlia in un bombardamento sul mercato di Kabul negli anni ’90), ha dichiarato che “…è un peccato tornare a mettermi il burka per fare questa protesta, ma ho paura di questi uomini, che hanno venduto il nostro paese e distrutto le nostre vite”.
Prima di andare via, i partecipanti alla protesta hanno urlato consegne in favore della femminista afghana Malalai Joya. Come risposta, l’ex direttore delle Questioni Strategiche e Sicurezza del Ministero della Difesa, Pere Vilanova, ha detto che “il carnevale è a febbraio…”
Sono stati distribuiti dei volantini con le scrite “Siamo un gruppo di persone che ci opponiamo all’impero dei signori della guerra e alla occupazione straniera in Afghanistan”.
Il Collettivo Aturem la Guerra crede che sia vergognoso invitare, a nostre spesse e come se niente fosse, il massimo rappresentante di un regime fantoccio e corrotto, che viola i diritti umani.
Inoltre, questo governo afghano, dalla polizia alla famiglia di Karzai, è implicato nel narcotraffico mondiale di eroina.
Secondo noi, la occupazione dell’Afghanistan ha portato soltanto ulteriori sofferenze. I datti della agenzia delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, dicono che nel 2009 la coltivazione di oppio è cresciuta del 822 % nella provincia di Badghis, che è sotto la responsabilità dell’esercito spagnolo.
“Siamo qui per esprimere pacificamente il nostro rifiuto totale alla presenza del signore Massud Khalili. Lui non sa cosa significhi esprimersi pacificamente” hanno detto ieri gli attivisti riuniti durante la manifestazione di protesta.
Come membro della fazione Jamiate Islami, il signore Khalili sa benissimo che è responsabile di numerosi crimini. Un esempio denunciato dai manifestanti: il 11 febbraio 1993, i suoi uomini hanno assassinato e violentato centinaia di donne e bambine indefesse nel quartiere Afshar della città di Kabul.
Lascia un commento