Londra. Armi ai dittatori per uscire dall’Afghanistan
di: F.C. – 9 febbraio – Rinascita
La Gran Bretagna è disposta a vendere armi a quello che riconosce come un regime dispotico pur di trovare una via di uscita dall’Afghanistan per le tonnellate di mezzi ed equipaggiamenti accumulati in un decennio di guerra
Lo ha spiegato ieri lo stesso segretario alla Difesa britannico Philip Hammond. Intervistato dal Times, Hammond ha reso noto che, in vista del ritiro dell’Afghanistan, Londra sta raggiungendo un accordo con il vicino Uzbekistan che permetterà alle forze armate di Sua Maestà di attraversare il Paese centro-asiatico su ferrovia e su gomma. Tuttavia, l’accordo con Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, prevede anche la vendita di armi britanniche al governo di Islam Karimov.
Presidente della Repubblica dal 1990 (un anno prima della dichiarazione di indipendenza dall’Urss), Karimov viene puntualmente riconfermato con percentuali superiori al 90% ed è al centro di diverse accuse per violazioni dei diritti umani.
Hammond non ha precisato che tipo di apparati militari verranno venduti agli uzbeki, ma ha fatto capire che Londra non considera come un ostacolo la pessima fama di Karimov. Fino al 2009 l’Uzbekistan è stato sottoposto a embargo militare Ue a causa della soppressione nel sangue di manifestazioni nel 2005.
“Noi abbiamo un principio generale di non trasferire equipaggiamento che può essere utilizzato in repressioni interne, ma gli uzbeki hanno una chiara sfida nel post-2014 sul loro lungo confine con l’Afghanistan. Questo non solo contro una rivolta islamista, ma anche contro il crimine organizzato e il narcotraffico”, ha dichiarato Hammond, spiegando che tra i mezzi che verranno offerti a Tashkent dovrebbero esserci anche blindati, necessari a rafforzare le forze alla frontiera con l’Afghanistan, che resta un buco nero d’instabilità nella regione e rischia di esserlo ancor di più con il ritiro delle forze straniere.
Le forze armate britanniche dovranno spostare attraverso l’Uzbekistan qualcosa come 80 tonnellate di equipaggiamento ogni due giorni. Dopo 11 anni di occupazione, ci sono 6.500 container pieni di materiale e 2.600 veicoli che devono essere rimpatriati.
Ma non sono solo i britannici ad avere questo problema. In particolare Stati Uniti e Germania (ma anche l’Italia) stanno “corteggiando” l’Uzbekistan e le altre ex repubbliche sovietiche per poter attraversare il loro territorio, specialmente dopo che i rapporti con il Pakistan sono andati deteriorandosi negli ultimi due anni.
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