Il disastro infinito della guerra in Afghanistan: la produzione di eroina cresciuta di 40 volte dal 2001
greenreport.it – 3 aprile 2013
La guerra in Afghanistan, un conflitto mai dichiarato al quale partecipa, con un insostenibile contributo di sangue e denaro, anche l’Italia è sprofondata ormai da anni in una palude labirintica dalla quale gli occidentali non sanno come uscire senza perderci la faccia, dopo averci perso qualsiasi credibilità, visto che era nata per cacciare i talebani, armati dallo stesso occidente per sfrattare il regime filosovietico e i carri armati dell’Armata Rossa, e poi Osama Bin Laden che se ne stava al calduccio nella sua villa pakistana premurosamente assistito dai servizi segreti di Islamabad.
Ora i russi si tolgono qualche sassolino dalla scarpa afghana e sciorinano cifre che documentano il fallimento di una guerra che era anche guerra alla droga (quella per l’emancipazione femminile è stata subito accantonata), all’eroina usata dai mujahedin e talebani per comprare armi ed avvelenare l’occidente. Ma era stato proprio il regime integralista del Mullah Omar, alleato di Bin Laden, a distruggere i campi di papavero da oppio, che sono tornati a fiorire come non mai con l’occupazione Nato.
Secondo il Servizio federale russo per il controllo degli stupefacenti (Fskn), «La produzione di eroina in Afghanistan si è moltiplicata per 40 dall’inizio dell’operazione della Nato in questo Paese nel 2001».
Oggi, durante una conferenza stampa a Mosca, il capo dell’Fskn, Viktor Ivanov. Ha detto che «Dall’inizio all’operazione Enduring Freedom, l’eroina afghana ha fatto più di un milione di morti nel mondo e porta più di 1.000 miliardi di dollari alla criminalità transnazionale». La polizia russa nel 2009 ha confiscato 47 tonnellate di stupefacenti, nel 2010 erano 46,2 e nel 2011 sono risalite a 48,8 tonnellate.
La ritirata delle principali forze della coalizione internazionale dall’Afghanistan dovrebbe avvenire entro il 2014 e il capo del Fskn chiede per questo alle autorità russe di «Elaborare una posizione più efficace di fronte al problema afghano, in stretta cooperazione con Kabul e l’insieme della comunità internazionale», in particolare con l’Iran e il Pakistan da dove transita gran parte della droga verso l’occidente e la Russia.
Secondo Ivanov «Il sistema planetario della produzione di droga costituisce il principale fattore di instabilità in Afghanistan», un’instabilità che la Russia sta sperimentando sulla propria pelle fin dopo la rovinosa ritirata dall’Afghanistan dell’esercito sovietico che si portò dietro il flagello dell’eroina, come tutti gli eserciti invasori
precedenti e successivi.
L’Afghanistan produce il 95% dell’eroina consumata nel mondo e in Russia oggi ci sono tra i 2 ed i 2,5 milioni di
tossicomani, soprattutto nella fascia di popolazione tra i 18 ed i 39 anni, il 90% dei quali consuma eroina afghana. Dei 100.000 morti per eroina che ci sono nel mondo ogni anno 30.000 sono russi.
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