Hamid Karzai appoggia un “codice di comportamento” che limita i diritti delle donne
Da: RAWA.ORG
Il presidente afghano approva il “codice di comportamento” che le attiviste hanno definito un enorme passo indietro sul tema dei diritti femminili
Il presidente afghano ha appoggiato il “codice di comportamento” emanato dall’influente consiglio di religiosi che le attiviste hanno definito un enorme passo indietro sul tema dei diritti femminili nel paese.
Le dichiarazioni del presidente Hamid Karzai a favore del documento rilasciato dal consiglio degli Ulema, che consente ai mariti, in certi casi, di picchiare le mogli e incoraggia la segregazione di genere sono viste come una mano tesa ai taleban.
Gli USA e Karzai sperano di portare i taleban a negoziati che portino alla conclusione del decennale conflitto nel paese. Ma le attiviste sono preoccupate che le conquiste fatte dalle donne dopo il 2001 vengano così cancellate. Durante il regime dei taleban che precedette l’invasione americana del 2001, alle ragazze era vietato frequentare le scuole e le donne dovevano indossare il burqa, che le copriva dalla testa ai piedi. Le donne non erano autorizzate a uscire di casa senza essere accompagnate da un maschio della famiglia.
Il “codice di comportamento” pubblicato venerdì dal consiglio degli Ulema e inserito nel quadro di una più estesa dichiarazione riguardo a questioni politiche nazionali, comprende una serie di linee guida che le donne religiose dovrebbero osservare volontariamente, ma le attiviste sono preoccupate che questo passo preannunci un grosso passo indietro rispetto all’orientamento che dal 2001 a oggi ha consentito l’emanazione di leggi tendenti a estendere i diritti femminili.
Le norme del “codice di comportamento” sanciscono che le donne non sono autorizzate a viaggiare senza essere accompagnate da un uomo e non possono parlare con sconosciuti in luoghi quali le scuole, mercati e uffici. Picchiare la propria moglie è vietato solo “nel caso questo gesto non sia compiuto in conformità con la sharia”.
A una precisa domanda sul “codice di comportamento” posta a Karzai durante una conferenza stampa, il presidente ha risposto che è in linea con la legge islamica e che è stato stilato in seguito a consultazioni con gruppi di donne afghane, senza però specificare quali. “Il consiglio dei religiosi afghani non ha posto alcuna limitazione alle donne. È la legge della sharia di tutti i musulmani e di tutti gli afghani” ha aggiunto Karzai.
L’appoggio pubblico alle linee guida fornite dal consiglio dei religiosi potrebbe essere interpretato nell’ottica di rendere il suo governo più accettabile per i taleban, o anche soltanto per cercare di avere dalla propria parte del consiglio degli Ulema in quanto importante intermediario nelle trattative con gli insorgenti.
Ma le attiviste hanno dichiarato che questo appoggio significa che le leggi in vigore o quelle pianificate a protezione dei diritti delle donne potrebbero essere sacrificate sull’altare dei negoziati di pace. “Viene così inviato un messaggio estremamente preoccupante; le donne ora si aspettano di essere svendute ai negoziati di pace” ha dichiarato Heather Barr, una ricercatrice di Human Rights Watch, l’organizzazione per i diritti umani basata a New York.
Shukria Barikzai, una parlamentare eletta a Kabul da sempre attiva sulle questioni di genere, ha affermato di essere preoccupata che Karzai e il consiglio di religiosi arrivino a ignorare le stesse leggi afghane. “Riguardo ai diritti civili in Afghanistan, Karzai dovrebbe osservare la Costituzione”, ha dichiarato Barikzai. La Costituzione afghana sancisce la parità tra uomo e donna.
“Anche il fare eccezione per alcuni casi di violenza sembra contraddire la legge afghana che proibisce gli abusi in famiglia. In aggiunta, le linee guida del consiglio degli Ulema promuovono norme che limitano i diritti delle donne in materia di divorzio; un’inversione di tendenza da parte di Karzai, che aveva promesso di voler riformare la legge sullo stato di famiglia per rendere i divorzi più equi” ha dichiarato Heather Barr. “Quanto ha affermato rappresenta un cambiamento significativo rispetto ai suoi intendimenti sui diritti femminili”, ha aggiunto.
Fatana Ishaq Gailani, un’attivista per i diritti femminili e fondatrice dell’Afghanistan Women’s Council, ha detto che i diritti delle donne sono stati usati come merce di scambio in un gioco politico. “Vogliamo un islam giusto, non un islam politico” ha dichiarato, aggiungendo di sostenere le trattative con i taleban ma che le donne afghane non dovrebbero essere sacrificate per raggiungere lo scopo.
Hadi Marifat, dell’Afghanistan Human Rights and Democracy Organisation, che ha svolto una ricerca su 5.000 donne per stilare un rapporto sulla condizione femminile nel paese, ha affermato che queste dichiarazioni mostrano come Karzai stia spostando il suo orizzonte verso le più strette interpretazioni della sharia: “Nell’Afghanistan post taleban i principi guida del presidente Karzai riguardo ai diritti delle donne sono stati da un lato ispirati al tentativo di attrarre fondi dalla comunità internazionale e dall’altro alla necessità di avere sostegno da parte del consiglio degli Ulema e di altri conservatori. Ciò che preoccupa è che ora la bilancia pende più verso elementi conservatori, cosa che appare evidente dalle sue dichiarazioni”.
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