Dai contractors ai talebani, il contribuente americano paga chi spara ai suoi soldati
Washington, 08-10-2010
Fondi americani per pagare le agenzie private di sicurezza in Afghanistan sono finiti nelle mani di signori della guerra e ribelli talebani, alimentando la diffusa corruzione nel paese asiatico. È quanto emerge da una relazione della Commissione Difesa del Senato degli Stati Uniti.
Secondo il rapporto, il governo americano si sarebbe mostrato incapace di verificare le assunzioni di contractor privati che lavorano per le autorità statunitensi in Afghanistan, nonostante i contratti firmati avessero un valore di svariati miliardi di dollari: un mancato controllo, si aggiunge nella relazione, che ha generato risultati catastrofici.
“La nostra dipendenza dalle agenzie di sicurezza private in Afghanistan è troppo spesso andata a vantaggio dei signori della guerra locali e degli agenti che agiscono fuori da ogni controllo governativo, e contro gli interessi della coalizione” internazionale, ha dichiarato Carl Levin, il presidente della Commissione. “Questa situazione minaccia la sicurezza delle nostre truppe e mette a rischio il successo della nostra missione”, ha aggiunto.
La relazione della Commissione Difesa del Senato Usa rivela in particolare che la società
ArmorGroup, una filiale della britannica G4S, ha fatto appello a signori della guerra afgani, tra cui alcuni che “sostengono i talebani”, per reclutare guardie di sicurezza private. Mentre il contratto stipulato con l’Esercito dell’Aria Usa era in corso,
uno di questi signori della guerra è stato ucciso in un’incursione militare “americano-afgana, compiuta durante una riunione dei talebani proprio nel suo domicilio”.
La commissione, che ha studiato più di 125 contratti di sicurezza passati per il Pentagono tra il 2007 e il 2009, ha scoperto “difetti sistematici, anche nella verifica da parte delle società di sicurezza della qualità dell’addestramento ricevuto dal loro personale armato”. D’altra parte, nella relazione viene accolta con soddisfazione la posizione espressa dal comandante delle truppe Usa e della Nato in Afghanistan,
David Petraeus, che ha ordinato una riforma dei contratti con le agenzie di sicurezza private ed ha avvertito che spese elevate, senza un accurato ed adeguato controllo, possono alimentare la corruzione e l’attività degli insorti.
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