CONCESSO IL VISTO D’INGRESSO NEGLI USA A MALALAI JOYA!
24 marzo 2011
L’Ambasciata degli Stati Uniti ha concesso oggi il visto all’attivista afghana per i diritti umani ed ex membro del parlamento Malalai Joya, poco più di una settimana dopo averglielo negato. A Malalai Joya, che ha sempre apertamente criticato la guerra in Afghanistan, era stato negato il visto d’ingresso negli USA per un tour promozionale del suo libro perché “clandestina” e “disoccupata”, nonostante fosse stata negli Stati Uniti ben quattro volte negli ultimi anni. A causa del diniego del visto, Joya ha dovuto annullare tutti gli incontri previsti a New York e Washington DC e sta ora recandosi a Boston per cercare di completare almeno il resto del tour previsto.
La co-direttrice di Afghan Women’s Mission Sonali Kolhatkar ha dichiarato: “Siamo felici che alla fine il governo abbia concesso a Malalai Joya l’ingresso nel paese, così gli Americani possono ascoltare tutto ciò che ha da dire sulla verità della guerra, e in particolare su tutto ciò che le donne afghane stanno subendo grazie a questa occupazione. Questa è una grandiosa risposta alla campagna lanciata dalla coalizione nazionale delle organizzazioni e di tutti gli individui che hanno lavorato per programmare tutti gli eventi e per farla arrivare negli Stati Uniti”.
Il redattore del libro di Joya, Derrick O’Keefe, ritiene che il ritardo nell’ottenimento del visto sarà un buon motivo per affollare ulteriormente gli incontri previsti. “Questa è una vittoria per la libertà di parola e sono certo che nelle prossime due settimane migliaia di persone accoglieranno Malalai Joya nelle loro comunità. Gli Americani hanno bisogno di ascoltare ‘dal vivo’ ciò che lei ha da dire sulla guerra USA-Nato”, ha affermato O’Keefe.
La campagna per fare pressione alle autorità per l’ottenimento del visto di Joya si è ramificata nell’intero paese. Fin dai primi giorni in cui si è saputo del rifiuto del visto, gli organizzatori nei vari stati hanno spinto i loro rappresentanti al congresso affinché inviassero una lettera all’ambasciata degli Stati Uniti. Il membro del Congresso di Washington Jim McDermott è stato il primo a firmare, seguito dagli altri rappresentanti Jay Inslee, Keith Ellison, Peter Welch, Betty McCollum, Bill Pascrell e i senatori John Kerry, Bernie Sanders e Patty Murray.
In seguito è stata fatta una petizione on line firmata da piu’ di 3000 persone, inclusi famosi attivisti e intellettuali quali Noam Chomsky, Eve Ensler e molti altri. Infine, il 23 marzo, c’è stata una convocazione nazionale in cui si è chiesto agli Americani di inondare di telefonate il Dipartimento di Stato per spingere il segretario di stato Hillary Clinton a concedere il visto a Malalai Joya.
Nonostante Joya non fosse fisicamente presente ai vari eventi programmati a New York e Washington DC, è riuscita a farsi comunque vedere e sentire via video. Ora si sta recando a Boston per riprendere il tour programmato. Dal Massachusetts andrà in Vermont, New Hampshire, Pennsylvania, Illinois, Minneapolis, Oregon, Washington e California.
In questo tour nazionale sta promuovendo il suo libro “Una donna fra i Signori della Guerra” (Edizione Italiana: “Finché avrò voce”).
Elogi per Malalai Joya e per “Finché avrò voce”:
- “La più giovane e più famosa di tutte le donne nel parlamento afghano… un potente simbolo di cambiamento” – Guardian
- “Una donna coraggiosa” – The Times
- “Uno dei pochi simboli di speranza per il futuro dell’Afghanistan” – New Statesman
- “E’ semplicemente la più appassionata e devastante critica sull’intervento occidentale in Afghanistan che abbia mai letto” – Peace News
- “Si è esposta come poche donne afghane osano fare” – New York Times
- “Malalai Joya ci trasmette la speranza che il tormentato popolo afghano possa prendere in mano il proprio destino se libero dalla morsa delle potenze straniere” – Noam Chomsky
- “Risoluta nella missione di portare la vera democrazia nel suo paese… Molte donne hanno camminato per miglia e miglia solo per toccarla. Per loro costituisce l’unica vera speranza per un futuro migliore” – Telegraph
- “Joya è un modello per tutte le donne che cercano di rendere questo mondo più giusto” – Sei donne Premio Nobel
- “La sofferenza e il coraggio di Joya sono autentici e si possono percepire in quasi tutte le pagine” – Christina Lamb – Sunday Times
- “Un affascinante resoconto della realtà politica afghana… Malalai Joya è stata paragonata alla birmana Aung San Suu Kyi”.
- “Malalai Joya è una forte difensora dei diritti umani e una potente voce per le donne afghane” – Human Rights Watch
- “Eroica” – John Pilger
- “Straordinaria” – The Independent
Defense Committee for Malalai Joya (DCMJ)
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