di Luca Pistone, 8 febbraio 2013 – Atlasweb
Nel 2012 la metà degli afghani ha pagato una qualche forma di tangente ai pubblici funzionari, facendo così aumentare fortemente i costi della corruzione in Afghanistan.
Lo rivelano, in un rapporto congiunto, lo United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc) e l’unità anti-corruzione afghana, secondo i quali i costi della corruzione hanno raggiunto nel 2012 i 2,9 miliardi di euro, un aumento del 42% rispetto al 2009.
Nel 2012, precisa l’Onu, gli afghani hanno pagato in mazzette l’equivalente del doppio delle entrate nazionali del paese.
Nell’indagine, basata su un campione rappresentativo di 6.700 cittadini residenti in ogni regione del paese, si afferma che lo scorso anno oltre il 68% degli intervistati ha ritenuto “accettabile” che un funzionario pubblico integrasse il suo stipendio, “basso”, con piccole tangenti.
Inoltre, il 67% considera “a volte accettabile” che un funzionario pubblico venga assunto grazie a legami familiari o di amicizia.
Lo scorso dicembre il presidente Hamid Karzai aveva affermato che “gli stranieri hanno la maggior parte della colpa dell’aumento della corruzione” in Afghanistan, sostenendo che il ritiro delle truppe Nato nel 2014 consentirà al paese di liberarsi da questo fardello.
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