Il levriero designa una famiglia di razze canine fra le più antiche e diffuse in tutti i continenti. Anche se nel mondo moderno vengono per lo più associati al mondo delle corse dei cani, e spesso adottati come aristocratici cani da compagnia, essi sono stati essenzialmente selezionati come cani da caccia.
Il levriero è molto tranquillo e controllato. Basta lasciarlo libero di correre una volta al giorno per avere accanto a sé un compagno gentile e rispettoso, ricordandosi che è una razza che soffre molto la solitudine e, pertanto, non può essere lasciato solo per troppe ore al giorno.
Le origini del levriero risalgono ai tempi della figura del cane inseguitore, che accompagna gli uomini nelle sedute di caccia raggiungendo e uccidendo di norma la preda aspettando l’arrivo dei cacciatori.
Il nome deriva infatti da leporarius cioè cane adatto a cacciare le lepri. Questa attività è stata senz’altro una delle prime forme di specializzazione che hanno dato origine alle diverse razze canine.
Le forme più antiche sono probabilmente quelle che ritroviamo rappresentate già molte migliaia di anni fa, fin dai tempi dell’antico Egitto, e pressoché invariate in alcune razze odierne come il cane dei faraoni, il podenco ibicenco e il cirneco dell’Etna.
Da questi primitivi cacciatori ebbero origine i levrieri mediorientali (Saluki) e quelli nordafricani (Sloughi e Azawakh).
La diffusione nei diversi continenti portò i levrieri ad adattarsi ai diversi climi, e alle diverse prede.
Ciò che caratterizza i levrieri è la testa piccola quanto una coppa di champagne e il fisico snello ed atletico, per lo più di taglia medio-grande, una conformazione sviluppata per ottenere i migliori risultati con il loro particolarissimo stile di caccia: l’inseguimento della preda a vista.
Essi infatti, cercano la preda con gli occhi, ed in misura minore con le orecchie, a differenza di altre razze che seguono le piste attraverso l’olfatto.