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Summit NATO: non lasciare l’Afghanistan, con un lascito di impunità

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Comunicato Stampa Amnesty International – 3/9/2014

Civilian Casualties 150x150La NATO rischia di lasciare l’Afghanistan con un lascito di impunità a meno che le uccisioni illegali di civili da parte delle forze internazionali che si sono protratte per più di un decennio non vengano affrontate con procedimenti di giustizia e riparazione.

Queste le dichiarazioni di Amnesty International ad un vertice internazionale che si è tenuto il 4-5 settembre a Newport, nel Galles. Tra i punti all’ordine del giorno per i capi di Stato dei Paesi NATO che hanno partecipato, il sostegno e la formazione delle Forze di Sicurezza Nazionale dell’Afghanistan (ANSF) che assumeranno pienamente la responsabilità della sicurezza nel paese entro la fine dell’anno.

“Con la fine della transizione di sicurezza è un momento fondamentale per affrontare la quasi totale mancanza di assunzione di responsabilità per le vittime civili. Ciò è chiaramente illegale e totalmente inaccettabile”; queste le dichiarazioni di Richard Bennett, Direttore Asia Pacifico di Amnesty International.

“Coloro che si sono resi responsabili dell’uccisione di civili in violazione di legge dal 2001, anno d’inizio dell’intervento internazionale, devono essere portati nelle corti di giustizia. Alle famiglie e ai superstiti devono essere forniti riparazioni in conformità con gli standard internazionali. Le truppe afghane necessitano anche maggior supporto per prevenire, monitorare e gestire violazioni dei diritti umani”.

In un recente rapporto, Amnesty International ha documentato la quasi totale mancanza di giustizia per le vittime civili causate dagli Stati Uniti e dalle altre forze della NATO in Afghanistan. Il Rapporto si è incentrato principalmente sulle forze americane – la maggioranza delle forze internazionali in Afghanistan – che sono state implicate nel più alto numero di casi di vittime civili.

Amnesty International stima che circa 1.800 civili siano stati uccisi in operazioni militari internazionali tra il 2009 e il 2013, il periodo coperto dalla relazione.

 

Anche se non tutte le vittime civili nei conflitti armati implicano una violazione del diritto internazionale, molti dei casi indagati da Amnesty International hanno mostrato prove convincenti di crimini di guerra compiuti da parte delle forze americane. Malgrado ciò i procedimenti giudiziari sono stati rari.

Richard Bennett ha detto che “Gli Stati Uniti e i suoi partner della NATO devono indagare con urgenza tutti i casi in cui i civili sembrano essere stati uccisi da forze internazionali, e devono garantire che le famiglie e i superstiti ottengano la giustizia e i risarcimenti che meritano in caso di uccisione illegale”. “La NATO dovrebbe anche comunicare pubblicamente i risultati delle proprie indagini che hanno già avuto luogo, includendo anche le informazioni fornite dai Joint Incident Assessment Teams che hanno il compito di rendicontare le vittime civili. “

Con l’assunzione nel 2015 della piena responsabilità della sicurezza da parte delle forze afghane, la NATO e il governo hanno istituito un meccanismo per monitorare le violazioni dei diritti da parte dei militari afghani. Richard Bennett ha detto che “abbiamo anche ricevuto inquietanti segnalazioni di una gamma di violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza afgane, ed è positivo che, sia il governo afgano, sia la NATO sembra vogliano adottare misure per affrontarle.

La NATO dovrebbe assicurarsi che l’ANSF costituisca un efficace meccanismo per monitorare e indagare il ferimento di civili e, quando venga chiamato in causa, perseguire il personale che ha commesso le violazioni”.

Ulteriori raccomandazioni
Le violenze correlate al conflitto e l’insicurezza continuano a causare profughi interni. Si stima che 631.286 afgani siano sfollati nel paese a seguito del conflitto, tra cui decine di migliaia solo nell’ultimo anno.

La NATO deve affrontare lo spostamento risultante dalla conflitto e, come parte degli sforzi per migliorare la capacità dell’ANSF, la formazione e le politiche in materia di protezione dei civili devono includere azione di prevenzione e mitigazione in caso di evacuazione.

Dato che la NATO ha il compito di completare la transizione della gestione della sicurezza, dovrebbe inoltre adottare misure per contribuire a rafforzare il ruolo delle donne nel processo di pace e di riconciliazione, e, più in generale, incoraggiare la loro partecipazione alla vita pubblica. Questo deve includere la piena attuazione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul ruolo delle donne in Afghanistan, inclusa la risoluzione UNSC 1325.

Sforzi devono essere effettuati al Vertice stesso e nel processo di follow-up, al fine di garantire la significativa partecipazione delle donne afghane sia alle Istituzioni Statali, sia nella società civile, e garantire che i loro punti di vista siano ascoltati e presi in considerazione.

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